Sinterama dismisses 23 employees and transfers a department to Bulgaria: unions open negotiations – Sinterama dismisses 23 employees Bulgaria - Arhive
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Sinterama dismisses 23 employees and transfers a department to Bulgaria: unions open negotiations
Sinterama licenzia 23 dipendenti e trasferisce un reparto in Bulgaria: sindacati aprono una trattativa
Nessuno stop forzato, niente cassa integrazione dal 2015, solo 15 giorni di chiusura nel periodo estivo. La notizia per i sindacati è stata un fulmine a ciel sereno e un nuovo campanello d’allarme per il comparto tessile biellese: la Sinterama, azienda di Sandigliano con oltre 200 addetti in questo stabilimento (circa 900 in totale), impegnata nel comparto delle fibre sintetiche di poliesteri per tessuti destinati al settore dell’automotive e dell’arredamento, ha avviato la procedura per l’esubero di 23 lavoratori. Si tratta degli addetti impiegati nel reparto di testurizzazione. «In azienda si è sempre continuato a lavorare – spiega il segretario territoriale della Uiltec Alessandra Ranghetti -, ma confermiamo l’apertura di un tavolo. Si tratta di una strategia del gruppo: delocalizzare all’estero, in questo caso in Bulgaria, per ridurre i costi di produzione».
TRATTATIVA
L’attenzione dei sindacati si sposta sul futuro dei lavoratori. Lo stop del reparto nello stabilimento di Biella, per l’entrata a regime dell’impianto in Bulgaria di Nova Zagora, dovrebbe avvenire entro fine anno. I 23 dipendenti hanno un’età media abbastanza elevata, attorno ai 48 anni, a molti mancano pochi anni per raggiungere la pensione e hanno dedicato buona parte del loro percorso professionale all’interno dell’azienda: «Siamo in una fase di discussione – spiega Barbara Piva, segretario della Femca Cisl -, la nostra richiesta è quella di ricollocare in altri reparti le persone in esubero tramite tutti gli strumenti che ci fornisce la legge. La trattativa è aperta e andiamo avanti, con ottimismo». Secondo i sindacati comunque il gruppo è solido: alla base della ristrutturazione aziendale ci sarebbe solamente una razionalizzazione dei costi, con una parte di produzione trasferita in un paese con costi di produzione ridotti come la Bulgaria.
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